CESARE BERNUCCI

La maturazione delle coscienze quale présupposé di una rivoluzione radicale

ORV1ETO, febbraio 1967

-<T ' ' - >

: ...'« "... ; • .. .

CESARE BERNUCCI

La maturazione delle coscienze quale présupposé di una rivoluzione radicale

ORVIETO, febbraio 1967

& 43 Vj 3-0/K3

PRESENTAZIONE AI LETTORI

L'articolo 21 délia Costituzione délia Repubblica Italiana dice : « Tutti i cittadini hanno diritto di maoifeslare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione ».

Taie diritto deve e98ere esercitato e di-feso per creare dalla radice economica, sociale, culturale e politica una coscienza che ci', avvii ad una nuova societâ aderente aile speranze e aile aspettative del popolo.

Quindi, lo scopo che mi ha mosso alla composizione di questo opuscolo è stata la pressione del dovere umano di denunciare le ingiustizie che subisce il popolo; altri* menti mi sentirei complice !

Non ho, nè potrei avere pretese dottri-narie essendo un autodidatta. Tratto alla buona argomenti umani con lo scopo di cui sopradetto. Sarà cosi più facile la compren-sione da parte dei lavoratori.

LIBERTÀ, GIUSTIZIA E DEMOCRAZIA

Troppi «cultori» dî Liberia, Giustizia e Democrazia parlano e scrivono su queste con-cezioni; perô, di proposito, non avendone interesse, non approfondiscono la tematica di questi concetti.

Io penso che fin quando esisterà lo Stato protettore del privilegio di caste capitalistiche, di alti suoi burocrati, di caste religiose, militari ecc. ecc. la Liberté, la Giustizia e la Democrazia resteranno solo aspirazioni lusin-ghiere del popolo; e lo saranno fin quando questo con la potente arma délia propria co-scienza non sarà capace di esigerne la chiara attuazione magari graduale.

Non possiamo negare che con la Democrazia parlamentare qualche progresso sulla via délia Liberté si sia fatto ; ma occorre tener ben présenté che questa non ci è stata elargita dali' alto, ma è stata ottenuta con pressioni popolari talvolta intrise di sangue di martiri. Tuttavia non è con la Democra-zia parlamentare che potranoo essere trasfor-mate radicalmente le basi politiche ed eco-nomiche dell'attuale società.

IN TEMA DI COSCIENZA

GJi opérai rivoluzionari coscienti, pren-dendo parte aile lotte economiche contro i capitalisti, colgono 1' occasione per far com-prendere al proletariato che il oetuico non è tanto il capitalista quanto il protettore del suo profitto ; lo Stato.

Il capitalista industriale, in caso di cedi* mento, aumeuta i prezzi del prodotto e il suo profitto resta invariato mentre le vittime sono i consumatori di tutte le catégorie del popolo.

Gli opérai coscienti devono far compren* dere ai compagni lavoratori che le lotte più fruttifere sono quelle per allargare lo spazio délia liberté onde usufruirne per combattere gli ostacoli che impediscono loro di miglio-rare la società.

Prima di passare a svolgere gli argomenti concernenti le mistificazioni dei concetti di liberté, giustizia e democrazia, sarà necessario elaborare questo principio : « Ogni essere umano venuto al mondo, ha il dovere di ren-dersi utile alla società in cambio del diritto ad attingere la quota di benessere spettan-tegli dalla medesima » .

Compreso ed avallato dalla maggioranza del popolo, questo principio diverrà legge naturale, umana.

Ci sarà da lavorare in profondité per convincere i refrattari costituiti da egoisti ed arrivisti annidati dentro e fuori delle istitu-zioni.

Pur tuttavia non si possono usare verso queste catégorie sistemi autoritari ; ma di difesa.

In quanto ai dissidenti irragionevoli, sa-ranno considerati e trattati da malati di mente.

Occorrerà convogliare tutti i sentimenti d'amore per la Umanité vivi in fondo al ^uore di ogni uomo ; ma nello stesso tempo évegliare in lui il carattere di dignitosa fie-rezza in modo che trovi la forza di rispon* dere aile provocazioni dellc canaglie qualora scambiassero la bonté per debolezza o viltà.

Se ai primi anni del fascismo i deputati socialisti, al posto di ritirarsi sulF Aventino avessero avuto il coraggio e lo spirito del compianto loro collega Matteotti, il fascismo sarebbe stato abbattuto.

LIBERTÀ ?

C'è libèrtà per un disoccupato di dare il proprio contribulo di lavoro alla società in cambio di un decente mezzo di sostentamento per sè e per la propria famiglia ?

No, non esiste perché la terra, le minière, e tutti i mezzi di produzione sono in mano dei capitalisé o dello Stato ; padroni di disporre anche délia manodopera.

Questa è secondo la teoria e la pratica délia présente società l'ordine e la liberté protetti dallo Stato. Parte di disoccupati ven-gono retribuiti con qualche centinaio di lire giornaliere purchè siano oeservate le dure condizioni stabilité per legge. Non è cbi non veda in questa loro liberté, la più grande mi8tificazione che in realtà si traduee in una vera schiavitù per i cittadini lavoratori co-stretti a lavorare per i padroni che li sfruttano.

Tutte queste aziende mettono al cancello un cartello con questo avviso : «.Personale al completo», e il portiere non fa passare nes-suno.

Questi poveri derelitti hanno davanti a sè due strade : una che li porta all'estero, ma occorre essere opérai specializzati, e Faltra strada è quella di cadere, pressati dal biso-gno, nella tentazione di rubare e di fin ire in prigione.

Il disoccupato ha la liberté di protestare, ma se la protesta è platonica, non l'ascolta nessuno e se è risentita, finisce per essere arrestato dagli agenti di Pubblica Sicurezza e magari da qualcuno di questi arruolatosi senza entusiasmo.

I Sindacati non spendono energie per solidarieté con i disoccupati.

Pensano soltauto aile loro catégorie.

In questa Democratica Nazione ci sarebbe-ro da criticare altre situazioni di liberté misti-fieata, ma sono tabù tanto più che il Codice del ventennale fascista non è stato ancora modificato.

In fatto dî libertà di pensiero, in questi giorni si è scoperto che esiste lo schedario. Ciô significa che esiste la persecuzione e la discriminazione corne ai tempi del fascismo.

GIUSTIZIA ?

Mussolini, professore in slogan e dema» gogo al massimo grado, in qualche occasione disse: «Occorre accorciare le distanze», ma non le accorciava mai. Un ministro délia De-mocrazia di oggi, parlando qualche anno fa a Caserta, pronuncio sia pure con altre parole lo stesso slogan, poi aggiunse : « Non è detto che il Governo debba essere soltanto il difensore dei privilegi acquisiti da una parte dei cittadini, ma lo deve essere anche di tutti i diritti degli italiani ».

Belle parole, ma subito disperse dal vento.

Che cosa dire poi deile promesse eletto-Tali dei caadidati dei diversi partiti ?

I deputati non vengono scelti in base a competenze speciali da poter contribuire a soluzioni tecniche, ma solo perché politicanti.

Gli eletti poi si riuniscono nelle loro scuderie (Partiti) da cui ricevono ordini sul -corn porta m ento aile Camere.

L'elettore ha messo nell' urna insieme alla scheda, la sua dignità e per cinque anni deve sottostare aile leggi che provengono dal Parlamento monopolizzatore e mistificatore delle aspirazioni del popolo, la prima del le quali è la giustizia.

DEMOCRAZIA ?

Si sente spesso parlare in alto loco di «Stato democratico» ; questi due termini sono amtitetici.

Se Democrazia vuol dire «governo di popolo per il popolo», non si capisce cosa centri lo Stato che è una istituzione di «diritto».

£ allora anche questa concezione politica dobbiamo riteneria una mistificazione lampante. Se lo Stato o il Governo praticassero la Democrazia, non dovrebbero esistere squi-libri che possiamo defînire profondissimi fra classi popolari e caste privilegiate.

Lo Stato non difende soltanto il privi-legio costituito dal profitto capitaliste, ma anche quello costituito dagli alti stipendi o prebende, delle alte pensioni e delle scanda -lose liquidazioni degli altolocati. Difende inoltre le propriété terriere principesche cou riserve di caccia di cui ne viene offerto l'uso agli amici altolocati.

E tutto ciô viene chiamato «ordine», per mantenere il quale lo Stato spende miliardi che trae con tasse dirette e indirette dalla grande massa dei cittadini.

E poi vogliono darci ad intendere che viviamo in democrazia !

Democrazia dovrebbe significare rovescia-mento délia piramide e invece siamo fermi al passato !

APPELLO AGLI UOMINI ONESTI

Siccome tutte Je mistificazioni surriferite incombono nella mentalité degli uomini al fine di mantenerli prigionieri del conformi-emo, e siccome parte di intellettuali sono prostituiti aile diverse istiluzioni le quali lengono ben serrato il popolo corne le pio-vre con i loro lentacoli la preda, noi ci ri-volgiamo agli uomini liberi pensatori perché corne noi usufruiscano dell'art. 21 délia Co-stituzione per aiutare l'emancipazione dei lavoratori.

il conforraismo significa conservazione delle tradizioni a cui tendono le vecchie istiluzioni e generazioni.

11 nemico dei progresso délia civiltà é ii conforrnismo il quale è, a sua volta, il con-fluente deU'alienazione pur troppo quasi ge-nerale dei cittadini.

Ciô non di meno abbiamo fiducia che questi, cultura aiutando, un giorno si libéré-ranno dell'uno e delPaltro complesso mentale.

Il nostro appello è rivolto a tutti gli uomini e specialmente ai giovani che non stanno in ginocchio davanti ai miti religiosi e nè sull'attenti davanti airautoritarismo perché hanno riconosciuto in queste po-sizioni schiavitù spirituale e schiavitù ma* teriale.

I cittadini su queste tradizioni non rile-vano ingiustizie perché non approfondiscono il pensiero, altrimenti ricercherebbero il perché. Quandosi affaccia loro qualche dubbio sulla giustizia, alzano le spalle o dicono : « È legge ! ».....

Abbiamo elencato le falsité di questa cosiddetta société, ma le clas6i privilegiate sono dure a lasciare la preda. Verrré il giorno in cui il popolo maturo délia co~ scienza dei suoi diritti daré l'assalto a questa falsa société, assalto che porteré a compi-mento, cambiandola radicalmente.

Si, questo è Tauspicio di tutti gli uomini onesti !

Spariranno gli Stati oppressori dei popoli, e sparirà con loro il più mostruoso prodotto : la guerra, perché i popoli liberi si intende-ranno facilmente per le soluzioni di problemi controversi che potrebbero afFacciarsi.

L'augurio che dobbiamo farci tutti è che gli avversari délia storia che cammina, al constatare la marea delle coscienze che sale, si persuadano a cedere in tempo.

I PARTITI POLITIC

I partiti politici sono governi in germe. Criticano le istituzioni non per abolirne i difetti autoritari, ma per sostituirle domani, con i loro stessi difetti.

Oggi i partiti internamente praticano la prassi gerarchica dell'autorità.

Hanno messo da parte il concetto : «l'e-mancipazione dei lavoratori deve essere opéra dei lavoratori stessi». I Partiti organizzanO le masse operaie per farne anzitutto dei se-menzai di voti per le elezioni politiche, e in seconde luogo dirigono agitazioni econo-miche le cui conseguenze sono gli aumenti del costo délia vita che ricadono sulle masse ihdifese.

Occorre riunire lutte le energie rivolu-zionarie, latenti nel proletariato e dare ai lavoratori una coscienza dei doveri e dei di-ritti, per combattere con agitazioni vigorose i privilegi. Occorre perô rimanere fuori del Parlamento perché la hducia in questo oltre ad essere una illusione, smorza il mordente rivoluzionario traducendosi in un tradimento.

Questo nuovo movimento di energie ri-voluzionarie deve intraprendere azioni di protesta contro le ingiustizie ; queste proteste devono avere una giustificazione di cui il proletariato deve aver coscienza.

Inoltre al proletariato va chiarito il se-guente elemento essenziale per for mare le co-scienze : «lo stato esiste in tutti i paesi corn-presi quelli diretti da partiti social comunisti perché ovunque esistono le classi in lotta fra loro : classi privilegiate e classi diseredate ».

Lo Stato, è logico, sta dalla parte delle classi privilegiate, che per difenderle da quelle diseredate, usa anche spesso la forza, cioè la violenza, pur dicendosi socialista, co-munista o democratico.

È una antitesi, ma ammettiamo che lo Stato fosse il conciliatore.

Ma allora a tutti questi Stati cosa ser-vono tutte le Forze di Polizia se non a re-primere il malcoltento ?

Se ne deve dedurre che l'azione popolare di protesta e di resistenza non è violenza, ma una controviolenza, cioè una santa rivolta giustificata ! Prendiamo 1' Italia. Ma non è una Repubblica basata sul lavoro ?

Sul lavoro si ma sui lavoratori no ! Nei paesi dove è al potere il Partito Comunista, questo è più spicciativo, in quanto l'azione di protesta è un reato che si paga caro.

L'elettore, spesso mal retribuito non si accorge di inviare al Parlamento, cioè nella trincea delFavversario, un suo partigiano che, anche se fosse in buona fede, Pambiente lo corrompe, prebende aiutando.

Il ciltadino elettore attende con rassegna-zione e fidueia perché convinto da un partito politico che dal Parlamento venga la tanto auspicata giustizia.

I Partiti di sinistra che danno tanta im-portanza aile elezioni sono in malafede, perché sanno che le briciole che si ottengono dal Parlamento vanno al discapito del mor-dente délia azione diretta, con la quale si potrebbe ottenere qualche sostanziale miglio-ramento iu fatto di liberté e di giustizia.

L'esperieuza dimostra che per qualche cosa che si è ottenuto c'è voluta sempre l'azione diretta. Per esempio, con una agita-zione nazionale, di tutte le sinistre, si potrebbe ottenere che in ogni azienda o istitu-zione statale o parastatale, venissero accorciate le distanze délié retribuzioni. Si intende che occorre preparare il popolo spiegandogli bene cosa si vuole nel suo interesse ; cioè illustran-dogli il memoriaie.

Se per far pressione sulle classi dirigenti non fosse suffîciente la presenza a dette ma-nifestazioni dei lavoratori délia città, si in-viterebbero i lavoratori delle campagne che non attendono altra occasione per chiedere ragione delle loro sofferenze millennarie.

A cosa servono questi scioperi a singhiozzo che irritano tutto il popolo italiano ?

Invece con una séria agitazione nazionale, i signori del Parlamento, del Governo, e dello Stato verranno a patti perché saranno obbligati, questo si, ad agire democratica-mente. Per far questo occorre 1' unione di-tutti i stnceri rivoluzionari che sappiano te-nere a dovuta distanza i pompieri politici interessati a boicottare la lotta.

IN TEMA DI COSCIENZA

Occorre lavorare attivamente per la ma-turazione délia coscienza libertaria mettendo in evidenza la storia; dire al popolo di quanto è accaduto, e avviene oggi nei paesi totali-tari. Dobbiamo creare questo slogan : «socia-lismo si, dittatura no ! ».

La Democrazia che vige in Italia per quanto difettosa, noi, con la modesta liberté che abbiamo conquistato, possiamo correg-gerla, ma se si cadesse sotto la dittatura cadremmo dalla graticola sulla brace. Sa-rebbe un disastro se il popolo in caso di un 8ommovimento, dovesse trovarsi a com-battere su due fronti. Perciô dobbiamo inten-sificare la nostra propaganda per la liberté, indirizzandoci con maggiore lena a quei lavoratori che purtroppo seguono i partiti lo-ialitari i quali deridono il concetto di liberté.

CENTRALISMO AUTORITARIO

Occorre una lotta a fondo alla prassi délia centralizzazione dell'Autorité che prende de-cisioni a nome di tutti e che a tutti le impone.

Questa è una prassi antidemocratica che viene praticata in tante organizzazioni poli-iiehe, economiche ecc. ecc., dove non si ascolta la base; questa in parte è colpevole perché spesso assente non comprendendo che lei è la principale protagonista.

1 soslenitori di questa prassi partirono con F ingannatrice formula délia « dittatura del proletariato», la quale si dimostrô subito la dittatura di un solo partito con una ge-rarchia che fini in mano ad un solo uomo, il quale ne diventô il dittatore.

Perciô è assolutamente necessario mettere in evidenza aile masse fanatizzate Finganno in cui cadono.

Occorre con tenacia dire che la verità è questa : la dittatura che si pratica in diversi paesi cosi detti socialisti, e lo sarebbe do-mani da noi, è sul Proletariato e non del Proletariato, perché se cosi fosse, questo sarebbe il protagonista dei suoi destîni, in quan-to disporrebbe délia sua particella di potere.

Gli basterebbe istituire dei semplici uffici regolatori, statistici, amministrativi composti di tecnici esecutori non autoritari.

Non occorrerebbe Fautorità centralizzata dello Stato, perché basterebbe la sorveglianza degli interessati. Fin da ora dobbiamo bat-terci perché i gerarchetti in erba nelle adu-nanze non impongano le loro vedute.

Nelle assemblee anche un chiaro e intelligente intervento puô rovesciare un concetto tendenzialmente autoritario. La formazione délia coscienza popolare non è soltanto ne-cessaria oggi per avanzare sulla strada di una società migliore, ma anche per il raggiungi-mento di un traguardo idealistico di cui parleremo nell' ultima pagina di questo opuscolo.

SEMPRE IN TEMA DI COSCIENZA

Senza coscienza sociale, il popolo resta ingabbiato nel conformismo giacchè dentro questo grande gabbione viene alimentato a mezzo di scuole statali e religiose, stampa, arte, sontuosi ministeri, RAI-TV, ecc.

Tutti strumenti che diffondono per buone le mistificazioni già descritte.

Il dogma religioso e politico è fede cieca che blocca la conversazione scientifica.

La 8cienza invece è una missione nobile che vuole avanzare sulla strada délia civiltà.

La coscienza si acquisisce col sapere, col pensiero e col discernimento.

Altrimenti F uomo è un robot.

Non sono robot i tecnici che vendono la loro opéra agli stabiliinenti dove si fab-bricano generi alimentari sofisticati, non sono soltanto degli incoscienti ma dei criminali che vanno smascherati.

In alto vogliono F amore per la Patria. Esaminiamo questa concezione.

Questa Patria è una madré amorosa per una parte di italiani a cui permette di vivere nel-Fagiatezza; molti di questi non ai sforzano per contribuire utilmente al benessere générale.

Viceversa la Patria è madrigna ad una gran parte di italiani che possiamo denomi-nare «figliastri».

Questa Patria, si ricorda di loro soltanto per chiamarli a difenderla in caso di conflitto. Questa Patria vuole il rispetto agli altolocati di cui spesso la cronaca ci segnala scandali che poi restano impuniti oppure archiviati e senza processo. Gli altolocati sono i succhioni del sudore dei lavoratori.

La rivoluzione a cui devono anelare gli uomini onesti e umani deve avvenire per maturazione delle coscienze popolari i cui protagonisti, prendendone la direzione tecnica, agiscano in modo da far gettare le armi al-l'avversario, assicurandolo délia incolumità, specie se questo avversario è costituito da incoscienti mercenari.

In quanto ai reazionari caporioni, si do-vranno isolare per renderli innocui. Se la rivoluzione dovesse prendere la strada délia brutale violenza vendicativa, fallirebbe in partenza, in quanto ne verrebbe fuori uno Stato il quale, con tutti i nuovi annessi e connessi di violenza, sarebbe peggio del présente.

NASCITA DELLA PROPRIETÀ E DELL9AUTORITÀ

I primi uomini di cui la scienza non ha potuto, se non con approssimazione, stabilire la metamorfosi per cui sono usciti dal regno animale, si cibavano di pesce, di animali che cacciavano sulla terra e di erbe che su questa la natura faceva nascere.

Col passare dei secoli, si accorsero che il sole era il loro beniamino in quanto le giornate assolate facevano passare il tempo gioioso ; oltre del fatto che facilitava la cre-scita delle erbe per il loro sostentamento.

Finirono con l'adorare il sole e, a loro modo, cominciarono a pregarlo perché li pro-teggesse. Cosa avvenne ? Che coloro i quali per particolari condizioni fisico - economiche si trovarono in uno stadio avanzato di inci-vilimento, foree allora in buona fede, chiu-devano le preghiere con questo appello ; «con-siderando che il sole è il grande collabora* tore délia nostra vita, domani anche se esso

non splendesse, voi andate a lavorare e noi restiamo nella capanna a pregarlo, sia per ringraziarlo di quando si affaccia, sia perché non ci lasci a lungo senza la sua preziosa apparizione ».

Questi uomini presero il nome di stre-goni, santoni, ecc. ecc.

Impararono Parte di parlare, si vestirono differenti dagli altri fino a divenire quella che ora si chiama autorité con tutti gli an-nessi e connessi. Apriamo una parentesi. Ii lettore, anche il più sprovveduto, capisce che questa non è nè storia nè scienza, e nem-meno leggenda e che è semplicemente una immaginazione di chi scrive al quale piace sottolineare agli sprovveduti che non esiste verità per il solo fatto che è stata stampata anche se da secoli addietro.

Riprendiamo il discorso. Si formarono le prime tribu, le quali si annettevano fertili terre o 6e le rubavano con guerre l'un Paîtra, I guerrieri venivano premiati con grandi appezzamenti da coloro che ormài, sul luogo

con battaglie divennero i gestori délia propriété e delTautorità.

PRESSIONE SULLO SPIRITO

Caduto con il Risorgimento il dominio temporale délia Chiesa, questa si è adattata a fornire la merce che più interessa ad ogni Stato, cioè il popolo obbediente e rassegnato aile sue leggi.

Cosi la Chiesa ha continuato con Taiuto finanziario dello Stato e di artisti che non trovavano altro lavoro, a costruire cattedrali con facciate incantevoli, in modo da stornare ai visitatori il dubbio sulla verità del dogma religioso che tiene il popolo suddito nel pre-giudizio; rassegnato cioè a sopportare le sof* ferenze su questa terra in attesa di godere quando la stessa l'avrà seppellito. Molti si-gnori vanno a messa per dare la polvere negli occhi.

Lo Stato già dispone di un apparato per la difesa delle catégorie privilegiate, cioè per mantenere il suo ordine, ma gli statiati avranno calcolato che senza i preti i quaii coq le scuole private e con l'incenso bonificano il terreno sociale, di polizia e carabinieri, ce ne 8arebbe voluto il doppio e che l'erario ne sarebbe andato di mezzo.

SOLUZIONE DEL PROBLEMA ECONOMICO

COOPERÀTIVISMO

«

Siccome il peggiore nemico di questa société è il profitto capitalistico delle asiende industrieli e commerciali private, perché dà luogo alla lotta di classe con conseguenze disastrose per i consumatori di tutta la Na* zione, occorre risolvere questo problema con F incremento del cooperativismo.

Gli attuali operatori economici si sposto-ranno nelle coopérative dove troveranno -fo stesse soddisfazioni morali, tecniche ed eoo-nomiche. Tanti esercizi che oggi gestisce lo Stato con spaventosi déficit, corne tante ait** gestioni comunali, dovranno passare aile coo-perative. Non si sentirà più Pimpiegato, Pope-raio il quale sgrullando le spalle dice : «Ma che è roba nostra ! ? ».

In Italia abbiamo già tante coopérative che, a quanto pare, non hanno tanti difetti, giacchè prolificano.

Si fà un gran parlare di democrazia, vo-lendo significare con questa concezione Pinser-zione dei cittadino lavoratore nello Stato, cioè statizzare al massimo le aziende ; anzi troppi socialisti confondono la statizzazione con la socializzazione.

Eppure in questi anni abbiamo sotto gli occhi Pesperienza in Inghilterra e nei paesi co8i detti socialisti; in queste aziende statali il cittadino lavoratore non sente lo stimolo al lavoro per un mastodontico padrone Ion-tano che dispone a suo modo dei profitti delle aziende, di cui stabilisce mercedi e prezzi di vendita dei prodotti che lui ordina.

Inseriamo invece, affîatandoli, i lavoratori sia del cervello che del braccio nel ciclo produttivo délia Nazione con la istituzione di coopérative di produzione, di 6cambio, ecc.

In queste sedi ragionando a fondo con onesta, tutto si puô appianare, compreso il trattamento dei creatori delle aziende attuali.

Sul principio molti porteranno argomenti di interesse di categoria, ma col tempo pre-varrà la concezione delF interesse collettivo délia Nazione- Al controllo, ad ogni modo, potranno dedicarsi i congressi delle coopérative, oltre i congressi dei consumatori.

Tutta Peconomia sarà più snella e più redditizia anche perché gli scioperi diver» ranno un ricordo del passato. Sarà la pace sociale.

lntanto occorre anche creare una atmo-sfera di fiducia e di speranza fra tutti i lavoratori lanciando questo slogan : « tutto il patrimonio délia Nazione è il frutto del la* voro tecnico e manuale dei lavoratori e ad essi deve tornare ».

Questa soluzione sociale del problema eco-nomico và trattata sulla stampa, con confe*

renze, dibattiti ecc. ecc. anche con argo-menti di esperienza.

SOLUZIONE DEL PROBLEMA POLÏTICO

GRUPPI DI DEMOCRAZIA DIRETTA

Per sottrarsi ancbe oggi alla dannosa centralizzazione di potere che viene praticata non solo attraverso le istituzioni statali, ma in tutte le organizzazioni politiche e sinda-cali, occorre sempre la presa di coscienza del diritto, vigendo la democrazia, di intervento delle basi con Cruppi di Democrazia Diretta;. Presa di coscienza signi6ca che non intende la base, essere succube dei centri autoritari, cioè non oggetto, ma soggetto.

In questi organismi decisionali, dell'an-dam en to delle relative organizzazioni cultu-rali, politiche e sindacali, coopérative ecc. de-vono parteciparvi oltre i Gruppi di Democrazia Diretta di base, i rappresentanti dei Comuni, dei consumatori e di Enti Nazionali indi-apenaabili: lavori pubblici, ecc.

I presenti a queste Assemblee decisionali, dovranno interloquire su argomenti di loro competenza, con osservazioni, suggerimentî, scambi di idee ed infine procedere all'appro-vazione delle decisioni.

Queste decisioni saranno passate ai diri-rigenti, non autoritari, ma tecnici ammini-strativi esecutori ; sarà cosi dimostrato che anche oggi, non occorre il mastodontico in-gombrante, dispendioso, incompétente e Ion-tano accentramento di poteri : lo Stato.

EDUCAZIONE E COSCIENZA

L' uomo, prima di compiere una azione, dovrebbe domandare alla propria coscienza se questa collima col costume corrente oppure urta con questo.

In tal modo eviterebbe il richiamo degli agenti preposti all'ordine o dell'educatore re-ligioso che gli rammenta il timoré di Dio.

A questo ultimo richiamo poi, il giovane risponde con una alzatina di spalle perché

il richiamo non lo convince. Perciô occorre insegnare agli uomini fin da piccini in fa-miglia e nella scuola il discernimento del bene e del maie e il timoré délia propria coscienza per le cattive azioni. Questo timoré essendo umano, pénétra più sensibilmente nell'animo del bambino.

Basterebbe inserire nella educazione del bambino, senza annoiarlo con fiabe sciocche, prendere di peso queste due uniche perle che predicano per attrazione ma non prati-cano, quasi tutte le religioni : «ama il pros-simo tuo come te stesso», <non fare agli altri ciô che non vorresti fosse fatto a te». Volendoci incamminare verso una società mi-gliore impediamo agli autoritari di usare il linguaggio caporalesco, canzonatorio ecc.

AMBIZIONE E AUTOKITÀ MORALE

Siccome con troppa facilité si avversa ogni ambizione ed ogni autorité negli uomini in-caricati anche con voti unanimi di espletare funzioni di dirigenti, sarà bene distinguera : un uomo puô ambire a salire ia graduatoria nel suo settore di attività mantenendosi vir-tuoso, cioè retto sotto tutti i punti di vista; perciô è naturale che questa sarà una ambi-zione ma morale e non arrivistica a cui ten-dono uomini senza scrupoli morali. Altret-tanto dicasi dell'autorità che emerge da un uomo virtuoso il quale, non la impone agli altri, ma questi gliela riconoscono proprio in base aile sue qualité civili di trattare con i dipendenti ; e questa è autorité morale che non ha nulla a che vedere con Fautorità di uomini che per ordini superiori agiscono senza discutere.

A questo proposito ricordiamo che al processo di Norimberga tutti gli imputati delle orrende stragi naziste si difendevano dicendo di aver agito per ordine superiore.

Poi c'è l'autorité dei dirigenti tecnici delle aziende che va rispettata, semprechè non decampi in mansioni autoritarie discrimina-torie.

LA RISCOSSA DEI GIOVANI

Il risveglio dei giovani in diverse Nazioni del mondo fa ben sperare per il progresse civile delF umanità. Questa gioventù ribelle, per ora, ha solo in Olanda e in Brasile una forte organizzazione con idee chiare. Soltanto che i giovani Olandesi si dicono « provoca-tori » ; questo termine non è esatto in quanto i provocatori sono gli Stati con le loro cappe autoritarie. Troveranno un altro termine.

Ma la stampa e la televisione ci hanno fatto sapere che gruppi più o meno nume-rosi e più o meno clandestini esistono e prosperano in Francia, Germania, Russia, Belgio, Italia, Inghilterra e America del Nord e del Sud.

Da quello che si apprende dalla stampa e dalla televisione, la ribellione è indirizzata contrôla precedente generazione che incol-pano di non aver saputo impedire le guerre, i campi di concentramento, le atomiche, la famé nel mondo, gli squilibri sociali ecc.

Sono giovani che si sono liberati dal torpore del paternalismo e sono divenuti antidogma-tic i ed anticonformisti. Sono netnici dell'au-torità e sono decisi a combattere eventuali dittature anche se tecnologiche.

Ora questi giovani vogliono esaminare tutto, toccare la realtà, vagliarla e studiare i mezzi per uscirne con idee chiare e nuovi costumi. Questi giovani prevedono che dal ciarpame storico specialmente di quello rife-rentesi aile «glorie guerresche» se ne salverà una parte da esporsi in Musei, onde far co-noscere all'attuale generazione e ai posteri la mostruo8a incongruenza dei loro antenati. Vogliono rendersi indipendenti dalle loro fa» miglie, non solo spiritualmente, ma anche economicamente, occupandosi anche durante le vacanze in qualsiasi iavoro.

Non sono soltanto ribelli perché spinti dalle loro condizioni economiche, ma ve ne sono tanti che hanno possibilité finanziarie, i quali per solidarietà umana aiutano con Iavoro manuale piccole ma urgenti costru-

zioni in modesti agglomerati di contadini e opérai poveri. Corrono a squadre, special-mente gli studenti, dove aecadono calamité con entusiasmo e godono dei sacrifici che le loro azioni comportano. La grande maggioranza dei giovani è refrattaria allo intruppamento in sodalizi economici, politici e religiosi, perché anno capito che sono prigioni délia loro dignità.

La nuova gioventù non è ipocrita che na-sconde F impulso naturale dell'amore sessuale.

Non intende frenarlo per rispetto ai vecchi codici morali, ormai sorpassati, ma usano antifecondativi. Si sposano quando l'amore sincero è penetrato nei loro cuori e lo permettono le loro condizioni economiche.

Ocçorre curare la riscossa di questi giovani in modo che non cadano nella rete conformista di adescainento. La maturità di coscienza li spingerà alla lotta contro le even* tuali discriminazioni.

Queste idee in rapporto alla densità inci-siva sulla loro coscienza resterà in loro anche

da adulti e se aicuni si perderanno cadendo nel conformismo, ci saranno le nuove leve a sostituirli.

« Come si spiega questo fenomeno délia gioventù moderna che, sia pure disordinata-mente si ribella » ? Ciô si domandano i loro genitori, i poiitici e i religiosi che cauta-mente li avvicinano con 1' intento di ripor-tarli ali'ovile conformista. Questa generazione ha venti anni, perciô sono nati dopo V ulti-ma guerra mondiale ; si è diffusa 1' istruzione obbligatoria, sia pure con programmazione preparata loro da barbuti professori aile dir pendenze statali. Eppure questa gioventù sta disertando il paternalismo che gli vorrebbe impedire di ragionare con il proprio cervello.

La gioventù studentesca vuole partecipare con interventi indicativi alla elaborazione delle decisioni che vengono prese nei loro riguardi dalle autorità scolastiche.

È circa un secolo che nel mondo esiste un movimento rivoluzionario che diffonde teorie rinnovatrici con modesto successo per-

chè combatteva e combatte contro tutti e qualche volta anche con azioni cruente, in-dividualistiche, contro tiranni. Inoltre allora mancavano le condizioni che incentivassero le azioni di protesta. Oggi le cose finalmente si sono cambiate e danno a sperare.

Giovani, ascoltate il consiglio che vi dà un vecchio combattente : formatevi una cul-tura sociale radicale. Questa vi procurerà il godimento spirituale e intellettuale con cui acquisterete dignité, carattere e fierezza morale. Sappiate che la cultura sociale, umana e solidaristica è l'arma che i conservatori dei loro privilegi temono più delle azioni sporadiche del popolo.

PREVISIONI A CORTA SCADENZA

Le dittature palesi e larvate sotto i colpi deir immortale libertâ cadranno e con esse cadranno tutte le impalcature autoritarie oggi eamuffate di democrazia. Una causa iniziale di sommovimento generale puô essere deter-

mina ta da uoa avventata dichiarazione di guerra di qualche Stato in mano a dirigenti di mentalité non aggiornata. La gioventù che verrebbe epinta al combattimento, con-sapevole oggi délia mostruosità a cui andrebbe incontro, forse accetterebbe le armi, ma non si sa come le ueerebbe.

Certo sarebbe meglio che 1' O.N.U. portasse in porto il disarmo su cui da anni discute, ma non c'è da farsi iiiusioni, perché queste discussioni hanno tutte le sembianze di una pantomima. La maturazione delle coscienze délia gioventù che galoppa anche clande8tinamente in tutto il mondo sfocerà in qualche paese in un urto con le forze al eervizio délia reazione. Dato ii fatto che questa gioventù, in qualche paese é deciea a rompere le catene délia schiavitù, lascia a ben sperare tanto più che si muove per ra-gioni oltrechè per interesse diretto, per ra-gioni morali e ideali contro altra gioventù costretta dalle uniformi che ha dovuto i adossa re contro la propria volonté.

Dei resto, anche senza l'entusiasmo che si nota oggi nella riscossa giovanile, si sono vedute ruzzolare tante corone di regnanti e annebbiarsi tanti miti. Perché proprio ora la storia dovrebbe fermarsi ?

. In una parte délia gioventù è restata la nemica di ogni progresso civile : la paura. Ma ad incoraggiare questi saranno gli audaci, che a quanto pare, non mancano. In tutte le Nazioni del mondo ci sono eserciti organiz-zatit dicono i governanti per la «difesa».

Viceversa poi se ne servono, camufl'ando e tramutando la difesa in aggressione. Occorre propagare V internazionalismo, cioè la propa-ganda antimilitariste, non solo nella propria nazione, ma in tutte le nazioni del mondo, in modo che in nessuna di queste ci siano popoli favorevoli all'aggressione ; senza fi. darsi dell'opera pacificatrice dell* O.N.U., la quale se non si rinnova resta impotente.

VERSO UNA SOCIETA' IDEALE

Oggi gli stati asserviti ai capitalisti, per risolvere le controuersie dei loro protetti., di-chiarano guerra agli altri stati ; usano la violenza delle armi come gli animali feroci usano le zanne, di cui la natura li ha do-tati per la loro difesa al posto délia ragione e délia favella.

Ci sono nel mondo tante organizzazioni pacifiste che lottano per la proclamazione del disarmo e délia pace facendo pressione oltrechè verso il loro statof anche verso gli altri per solidarietà con i loro popoli.

I primi nemici del disarmo e délia pace sono gli industrialiy che fabbricano le armi e i trajficanti di queste che vendono agli stati, compresi i nemici délia loro nazione.

Questo problema si potrebbe risolvere in poco tempo, cosi: Organizzare manifestazioni di pressione verso tutte le Confederazioni di lavoratori del mondo per indurle a pre• pararey poi proclamare lo sciopero in tutte le fabbriche dfarmi del mondo.

Questa si che è Vazione ideale !

Un giorno la ragione che gli uomini hanno avuto in dotazione dalla Natura sfo« cerà in una grande manifestazione mondiale con alla testa i giovani e trionferà.

E allora V umanità farà un grande passa verso il suo ideale di pace e di Iavoro.

Tutto Vacciaio che oggi viene utilizzato per le guerre di distruzione, servirà a co-struire macchine per produrre ricchezze.

Queste macchine verranno usate anche da uomini che indosseranno la blusa al posta delle attuali uniformi

Questo è V ideale per cui gli uomini do-vrebbero sentire il dovere di combattere.

RIEPILOGO

Giovani studenli e opérai, maturando la vostra coscienza otterrete questi risultati :

1. — Nelle assemblee vi troverete in grado

di prendere la parola.

2. — Vi sentirete una individualité al di fuori

del gregge conformista.

3. — Vi libererete dei pregiudizi tradizionali.

4. — Acquisterete la cultura di competere con

gli " inteflettuali dogmatici,, contestando loro l'antitesi

5. — Acquisterete rettitudine che vi frutterà

rispetto.

6. — Acquisterete la gioia dello studio délia

questione sociale ponendo in seconda linea il diversivo dello sport.

7. — Resterà incisa nel vostro cuore la sensi

bilité d'amore per V Umanità sofferente.

8. — Raggiungerete l'ambizione morale di pos-

sedere un ideale.

MÀR5ILI • ORVIETO 1067